Il modo di fare agricoltura non è indipendente dalle problematiche ambientali, anzi ne è quasi magna pars. Basti pensare che la percentuale di suolo nazionale (e ciò vale per gran parte degli stati nazionali dell’intero pianeta) destinato all’agricoltura e alle foreste, rappresenta, di gran lunga, la parte maggioritaria. I cittadini di tutto il mondo, ma in particolare quelli italiani, non hanno più un legame diretto con le pratiche dei campi, come ancora accadeva nell’immediato dopoguerra, ma possiedono una accresciuta sensibilità a tutto ciò che rappresenta la loro alimentazione. Urge comunicare come l’agricoltura si faccia carico di questa preoccupazione e come risponda con le soluzioni tecnico-scientifiche di cui dispone. Pertanto si parla di nuovi metodi operativi che riguardano le principali filiere: Allevamenti animali; Coltivazioni erbacee e arboree; Selvicoltura. Inoltre considerazioni specifiche riguardano: a) il suolo agrario (con particolare riferimento al suo degrado); b) la nuova politica economico-agraria; c) il ruolo del miglioramento genetico delle piante.
Partecipano: Amedeo Alpi e Enrico Porceddu, soci dell’Accademia dei XL, Massimo Tagliavini della Libera Università di Bolzano, Marco Marchetti dell’Università del Molise, Giuseppe Scarascia Mugnozza dell’Università della Tuscia non ché socio dei XL, Nicola Macciotta dell’Università di Sassari, Marcello Pagliai, già ricercatore CNR e CREA, Mario Pezzotti dell’Università di Verona, Gianni Barcaccia dell’Università di Padova, Dario Frisio dell’Università degli Studi di Milano.
Nel pomeriggio alla tavola rotonda dal titolo “Le molte agricolture e la sostenibilità” moderata da Ivano Valmori partecipano: Matteo Lorito, Centro Agritech; Ettore Prandini, Coldiretti; Andrea Sonnino, FIDAF; Deborah Piovan, Confagricoltura; Danilo De Lellis, CIA.