La massiccia partecipazione di ricercatori alla First Italian Citizen Science Conference (Roma, 23-25 Novembre 2017) ha confermato il grande interesse suscitato dal tema della Citizen Science e dalle prospettive dello sviluppo in Italia di questo nuovo approccio alla scienza.
Benché la citizen science trovi applicazione in molti settori della scienza, è nel monitoraggio ambientale che riscuote maggiore successo, sia in termini di quantità di dati che di numero di partecipanti. Inoltre, è proprio in questo ambito che la sua efficacia come strumento di awareness raising e di life-long learning si è dimostrata notevole. L’evento ha portato a sintesi l’impegno profuso fino ad oggi dai ricercatori italiani sul tema della Citizen Science in questo settore, anche nell’ottica del consolidamento di un Gruppo Nazionale di Citizen Science, analogamente a quanto accade già in diversi Paesi Europei. Avere un quadro dei successi e dei punti di debolezza, condividere le esperienze e le prospettive è il modo più concreto per “fare rete”.
E’ stato confermato come la Citizen Science non solo rappresenta un contributo potenzialmente molto rilevante alle attività di ricerca, ma costituisce uno strumento significativo non solo per la divulgazione della ricerca tra i cittadini ma per la costruzione di una cittadinanza scientifica compiuta e per l’inserimento definitivo e a pieno titolo della scienza nella cultura comune. La citizen science, in questo senso, è anche un potente strumento di inclusione sociale, nell’ottica di quella responsible research and innovation che è alla base del programma Europeo Horizon 2020
Numerose sono le sfide presentate dallo Citizen Science, anche a livello di ICT: l’aggregazione e integrazione dei dati, i processi di inclusione e mantenimento della partecipazione nel tempo, i protocolli di validazione per l’uso dei dati in attività di ricerca, solo per citarne alcune.
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