ARCHIVIO DEL CONSORZIO SCUOLA MOSAICISTI DI SPILIMBERGO

 

ARCHIVIO DEL CONSORZIO SCUOLA MOSAICISTI DI SPILIMBERGO

1922-
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400
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Mosaici
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Scuola mosaicisti di Spilimbergo (Pordenone)
Via Corridoni n.6 – 33097 SPILIMBERGO PN, telefono: +39(0)427.2077, fax: +39(0)427.3903, e-mail: info@scuolamosaicistifriuli.it
1922
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Didattica e conservazione
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Nata nel 1922, la Scuola Mosaicisti si pone come obiettivo l'impegno didattico, il sodalizio tra tradizione e rinnovamento, tra realtà produttiva e realtà culturale.Nella luminosità dei laboratori di mosaico e di terrazzo, martelline, ceppi e taglioli ancora oggi scandiscono il tempo di un lavoro di lontana memoria (quello del mosaicista e quello del terrazziere).La sensibilità del mestiere, incontaminata nel corso della storia, nei tempi moderni si nutre di nuovi stimoli attraverso l'incomparabile incontro con artisti, progettisti e designers.Gli stessi pionieri del mosaico moderno, i mosaicisti di Sequals del secolo scorso, sono stati capaci di allacciare relazioni con pittori e architetti per lavori di grandi dimensioni: hanno diramato la loro arte in tutto il mondo, dalla decorazione della Library of Congress di Washington a quella dell'Opéra di Parigi, dove il progetto dell'architetto Charles Garnier viene valorizzato dai mosaici commissionati al sequalsese Gian Domenico Facchina, noto anche per gli interventi nella Chiesa di Lourdes.Con queste premesse, nella sua tipologia didattica e produttiva, la Scuola realizza importanti e grandiosi interventi musivi di richiamo internazionale, passando attraverso lo studio e l'applicazione del mosaico romano, bizantino e moderno.Nel primo dopoguerra il lavoro più interessante della Scuola è la decorazione parietale e pavimentale di diecimila metri quadrati di mosaici al Foro Italico di Roma su bozzetti di Giulio Rosso, Angelo Canevari, Achille Capizzano e Gino Severini.Nel secondo dopoguerra, esecuzioni di così grande respiro vengono realizzate dalla Scuola nei rutilanti mosaici del Santo Sepolcro a Gerusalemme: l’intervento, su cartoni dell'agiografo greco Blasios Tsotsonis, è pensato nel rispetto dei canoni bizantini.Altra commissione di notevole importanza per la Scuola è quella del mosaico pavimentale, di ben 1600 metri quadrati, realizzato nel 1991 per l'Hotel Kawakyu di Shirihama in Giappone, su progetto dell'architetto Yuzo Nagata.Consolidatosi, nel corso degli anni, un buon rapporto con la committenza, la Scuola oggi cerca soprattutto di non dimenticare la sua stessa ragione di essere e valorizza il mosaico come fatto culturale oltre che tecnico: lo studio, la ricerca, la sperimentazione, l’utilizzo delle più innovative tecnologie sono segni di apertura e di crescita.La Scuola, oggi, si confronta con artisti di grande spessore: Basaglia, Celiberti, Ciussi, Dorazio, Finzi, Licata, Pizzinato, Zigaina, solo per citarne alcuni. La loro impronta ha offerto agli allievi la possibilità di sconfinare negli universi artistici più attuali, di porsi a confronto con le problematiche della luce e del colore, con le trame strutturali sottese a ogni singolo bozzetto, per riproporle in una veste e in una dimensione nuove … quelle musive: lo testimoniano le opere della mostra Mosaico è tenutasi a Villa Manin di Passariano nell’estate 2000.Interessante e innovativo sul piano didattico e culturale è stato anche il rapporto dialettico instaurato con gli architetti, coinvolti nell'attività del corso di terrazzo presentando inedite soluzioni per l’arredo contemporaneo, privato e urbano (si ricordi l'iniziativa 'Frammenti e Tessiture' del 1999).La complicità di cultura e progetto, di mosaico e spazio architettonico trova la sua massima espressione in uno dei recenti lavori della Scuola: la realizzazione di una totemica colonna in mosaico, alta dieci metri, riflessa su bande verticali e caleidoscopiche in Corte Europa a Spilimbergo.Sono un omaggio all’Unione Europea e rientrano nel progetto di riqualificazione e restauro a usi urbani di strutture militari dismesse. Interessante, a Roveredo in Piano, è il fregio musivo, di gusto moderno, pensato per la cinta muraria del cimitero.Il mosaico è stato pensato, disegnato e realizzato a Scuola, una realtà che sa proporre soluzioni progettuali complete, dall’ideazione all’applicazione delle opere. Basti pensare al successo riscontrato dopo l’applicazione di pannelli parietali e pavimentali a Tokyo in Giappone (agosto 2002): la nicchia parietale è ispirata ai mosaici del mausoleo di Santa Costanza a Roma (IV secolo d.C.). In campo promozionale, tra le innumerevoli esposizioni a cui partecipa ogni anno, si ricorda il grande successo ottenuto presso il Royal Ontario Museum di Toronto (dicembre 2002 – marzo 2003), il più importante museo del Canada e presso il Bundoora Homestead Art Centre di Melbourne in Australia (giugno 2006). Negli ultimi tempi la Scuola è stata anche impegnata nel restauro dei mosaici del Santuario di Lourdes in Francia (oltre che a Venezia e in Quebec): ha realizzato i disegni per la ricostruzione delle lacune, ha seguito ricerche sui materiali e ha realizzato i mosaici con la tecnica a rovescio su carta, la stessa del noto mosaicista friulano Giandomenico Facchina. Un ulteriore importante progetto che merita menzione è sicuramente la realizzazione di un pannello di 36 metri di lunghezza per 4 di altezza – Saetta Iridescente – per la città di New York, nella nuova stazione della metropolitana Temporary World Trade Center Path Station (2004). Saetta Iridescente è un’esplosione di colori, simbolo di energia e di prospettiva sul futuro, fondamentale dopo l'attentato dell'11 settembre.Ultimamente è risultato interessantissimo, per l'idea e la contaminazione dei materiali, il pannello 'Trasformazione' per l'Unione Industriali di Pordenone (2008): l’acqua (in smalti musivi), il legno (pezzi d’artigianato), il metallo (gli ingranaggi) sono gli elementi che compaiono sulla scena e sono quelli che mettono in moto l’operosità e l’ingegno umano. In questo racconto che moltiplica sguardi attraverso 'nuove storie e tessiture musive', si evocano le attività delle imprese e delle industrie locali.


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