Storia

L’Accademia nasce con il nome di Società Italiana nel 1782 per iniziativa del matematico e ingegnere idraulico Anton Mario Lorgna.

Il Lorgna riunisce i quaranta più eminenti scienziati italiani – tra cui Ruggiero Giuseppe Boscovich , Joseph-Louis Lagrange, Lazzaro Spallanzani, Alessandro Volta – in un contesto storico in cui esiguo era il numero di coloro che si accostavano alla scienza, esiguo era il numero degli scienziati, e le Accademie già esistenti avevano prevalentemente carattere locale. Questa ‘riunione’ avveniva attraverso intensi e continuativi scambi epistolari e attraverso la pubblicazione a stampa dei Rendiconti accademici in cui i soci presentavano le loro ricerche e i loro studi. Obiettivo dei fondatori era valorizzare la produzione scientifica italiana oltre i confini dei singoli stati in cui era divisa la penisola, con l’idea di formare una ‘massa critica’ di scienziati che potesse  confrontarsi con il pensiero culturale e scientifico delle grandi potenze europee dell’epoca. Dal numero dei suoi fondatori derivava il nome corrente di «Società dei Quaranta» (oggi “Accademia dei XL”).

Dopo la morte del Logna la Società Italiana, muta denominazione in Società Italiana delle Scienze detta dei XL, poi, nel 1949 in Accademia Nazionale dei XL e infine in Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL nel 1979.

Nello stesso anno della fondazione, 1782, è pubblicato il primo numero delle Memorie accademiche: nella prefazione vengono enunciati concetti patriottici dicendo che «lo svantaggio dell’Italia è l’avere ella le sue forze disunite» e che, per unirle, bisognava incominciare ad «associare le cognizioni e l’opera di tanti illustri Italiani separati». La pubblicazione delle Memorie, vero e proprio periodico scientifico, rispondeva anche ad una necessità pratica poiché gli studiosi italiani avevano difficoltà a pubblicare i loro lavori non esistendo all’epoca uno strumento di comunicazione autorevole e internazionalmente apprezzato che potesse raccogliere la produzione scientifica nazionale, come invece avveniva in Francia o in Inghilterra.

La Società dei XL si afferma rapidamente e in pochi anni viene considerata come la rappresentante della Scienza italiana: Federico il Grande re di Prussia, le Accademie straniere, da quelle francesi alle russe, e più tardi quelle americane, stringono rapporti con la «Società Italiana» che, dopo la morte del Lorgna, muta il suo nome in quello di «Società Italiana delle Scienze, detta dei XL».

La Società dei XL  fu sostenuta prima da Napoleone Bonaparte poi dal Duca di Modena Francesco IV d’Este, come punto di riferimento scientifico di un’anelata nazione unita.

Nel periodo dell’unificazione del Paese vi furono vari tentativi di trasformazione della compagine associativa.

In particolare, nel 1861 la proposta del Ministro Terenzio Mamiani di riunire la Società Italiana, l’Accademia delle Scienze di Torino, l’Istituto Lombardo, l’Accademia della Crusca e l’Accademia delle Scienze di Bologna e fonderle sotto la falsariga dell’Institut de France, e nel 1874 la proposta del Ministro Bonghi di fondere la Società Italiana con l’Accademia dei Lincei trovarono una ferrea opposizione da parte dei Soci che volevano mantenere una tradizione ed una sorta di primogenitura morale.

A questi tentativi ne seguirono altri nella seconda metà del ‘900, in particolare di fusione con l’Accademia dei Lincei, sotto la presidenza di Domenico Marotta a metà degli anni ’60 e poi sotto la presidenza di Beniamino Segre dieci anni dopo.

Nel periodo fascista la Società Italiana delle Scienze venne sottoposta alla ‘revisione degli Statuti e Regolamenti degli Enti Culturali’ imposta dal regime che, di fatto, la poneva sotto la sorveglianza del Ministero dell’Educazione Nazionale con limitazioni politiche, amministrative e burocratiche, togliendo alla Società Italiana quel carattere ‘indipendente’ che l’aveva sempre contraddistinta. Nel 1936 viene eretta in ‘Ente Morale’.

Gli avvenimenti bellici sospesero praticamente tutte le attività sociali e, finita la guerra, fu l’allora accademico segretario Domenico Marotta a riprendere le fila della Società Italiana, che rinnegò lo statuto imposto dal fascismo e si ridette uno statuto liberale.   

Le tre medaglia Medaglie storiche dell’Accademia sono la Medaglia dei XL per la Matematica, quella per le Scienze Fisiche e Naturali e la medaglia Matteucci.

Le due medaglie dei XL costituiscono i primi premi governativi concessi nel 1866 dal Regno d’Italia subito dopo l’unificazione del Paese. Con Regio Decreto, il governo incaricava la Società Italiana delle Scienze di assegnare annualmente le Medaglie ad illustri studiosi italiani di scienze matematiche e di scienze fisiche e naturali. 

La Medaglia Matteucci fu finanziata a partire dal 1867 mediante una donazione dell’allora presidente Carlo Matteucci, per premiare rilevanti contributi al progresso della scienza apportati con opere o scoperte da fisici italiani e stranieri. Con Regio Decreto del 1870 il governo autorizzava la Società Italiana delle Scienze a accettare la donazione del Matteucci.

Le Medaglie continuano ad essere assegnate tutt’oggi.

Originariamente la Società Italiana era composta da 40 soci nazionali e da 12 Soci Stranieri. Oggi la categoria dei Soci nazionali è composta da 40 soci ordinari e da un numero variabile di soci in sovrannumero. Il numero di soci stranieri è stato elevato a 25, a partire dal 1979. I soci vengono eletti per cooptazione.

Tra i soci dell’Accademia figurano alcuni i più grandi cultori della Scienza italiana e internazionale. A otto dei suoi Soci Nazionali è stato assegnato il Premio Nobel: Marconi, Golgi, Fermi, Natta, Bovet, Rubbia, Levi-Montalcini, Parisi. A due soci è stata assegnata la Medaglia Fields: Bombieri e Figalli.

Lo Statuto originario della Società Italiana prevedeva che la sede della stessa fosse fissata presso la città di residenza del Presidente in carica. Tale disposizione stabiliva espressamente la mancanza di una sede fissa, con l’intento di evitare che il sodalizio venisse associato in maniera preferenziale a uno degli stati pre-unitari.

Dopo l’Unità d’Italia, l’allora presidente della Società Italiana Sen. Francesco Brioschi pone, per primo, la questione del trasferimento della sede del sodalizio a Roma da poco divenuta Capitale, auspicando anche l’ipotesi di una fusione con l’Accademia Nazionale dei Lincei, della quale fu per molti anni presidente.

Nel 1875, il successore di Brioschi, Arcangelo Scacchi, riesce a trasferire definitivamente la sede della Società Italiana da Modena a Roma. Da questo momento si apre un lungo periodo di itineranza che trova una soluzione solo a partire dal 2000 sotto la presidenza di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza. L’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL si trasferisce all’interno della Villa Torlonia: nel 2000 il Villino Rosso diviene sede della Presidenza, degli Uffici amministrativi e dell’archivio storico, e dal 2007 le Scuderie Vecchie ospitano l’antica biblioteca accademica e la sala conferenze.

  • Scienziati Italiani e Unità d’Italia. Storia dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Giuseppe Penso uno dei XL, Roma, 1978, pp. 505
  • Lo Stato e i Quaranta. Documenti. Dal Generale Bonaparte ai tempi odierni, a cura di G. B. Marini Bettòlo. Roma, 1986, pp.109
  • Gli scienziati italiani e le loro riunioni 1839 —1847, attraverso i documenti degli Archivi dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, a cura G. B. Marini Bettòlo e Rocco Capasso, Roma, 1991, pp.116
  • Anton M. Lorgna scienziato e accademico del XVIII secolo: tra conservazione e novità. Atti dei Convegni tenuti a Roma e Verona (marzo e novembre 1996), in collaborazione con l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona e con la Biblioteca Civica di Verona, Roma, 1998, pp. 414
  • Guida all’Archivio Storico dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, a cura di Giovanni Paoloni e Mauro Tosti Croce, Roma, 1984, pp.78
  • Guida al patrimonio archivistico della Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL. Archivio istituzionale e fondi degli scienziati, a cura di Giovanni Paoloni e Nicoletta Valente, Roma, 2013, pp. 108.
  • La Fenice repubblicana. L’Accademia dei XL dal dopoguerra al XXI secolo, a cura di Giovanni Paoloni, Roma, 2018, pp.148.
  • Roma 1875: la città delle tre Accademie, a cura di Paola Cagiano de Azevedo e Annibale Mottana, Roma, 2019, pp. 91.