Archivio dell'Ente Minerario Sardo
1968-1990
Ente Minerario Sardo
436
Geologia, geomineralogia, cartografia
Ente Minerario Sardo (EMSA) - Cagliari
V. VENTINOVE NOVEMBRE. 57, N, 09123 CAGLIARI, Telefono : +39-(070)-60171
1968
Promozione turistica delle miniere sarde non più in attività
Videoteca, fototeca, marmoteca
Gli anni ’60 furono caratterizzati dall’ingresso dei capitali pubblici nella gestione delle miniere. Infatti nel 1968 venne costituito l’Ente Minerario Sardo, il cui controllo era della Regione Sarda, che l’anno successivo rilevò le miniere appartenenti alla Pertusola. Ma nonostante la partecipazione pubblica, che portò ad una meccanizzazione profonda, non si riuscì a risollevare una situazione finanziariamente compromessa; anche le miniere di carbone, esaurito il periodo favorevole autarchico, entrarono in crisi. I motivi di questo continuo declino sono da ricercare negli alti costi di produzione (che non rendeva il minerale sardo competitivo sul mercato) e dal valore dei metalli che continuava a calare. Inoltre occorre ricordare che i filoni migliori erano ormai esauriti, il tenore del minerale estratto continuava a diminuire e la maggiore presenza degli ossidanti rispetto ai solfuri rendevano il minerale meno pregiato. Nei primi anni ’80 le miniere passarono all’ENI che nonostante ulteriori finanziamenti non riuscì a migliorare la situazione già disastrosa. In seguito la gestione delle poche miniere metallifere ancora aperte passò alla S.M.I. (controllata dalla Regione Sarda), la produzione continuò fino al 1995, anno in cui chiuse definitivamente anche l’ultima miniera e i pochi minatori rimasti furono impegnati nelle opere di messa in sicurezza dei cantieri minerari. Attualmente solo le miniere di carbone, Seruci e Nuraxi Figus, sono aperte (ma non in produzione); il loro destino è ancora incerto legato al progetto di ‘gassificazione’ e forse alla vendita della concessione ad una società statunitense.