Archivio della Società Umanitaria - Edilizia
Società Umanitaria Milano
Arti e mestieri
Società Umanitaria - Milano
via Daverio 7, nel centro di Milano, tel. 02-5796831, fax. 02-5511846
1893
Azienda didattica e di formazione
Corsi vari
Biblioteca e museo
La Società Umanitaria è una delle più importanti istituzioni di Milano. Ente morale, è nata nel 1893 grazie al lascito testamentario di Moisè Loria, mecenate milanese di origine mantovana, che dava all’aggettivo “umanitaria” non il senso di semplice assistenza e beneficenza, ma l’assistenza mediante lo studio, l’istruzione, il lavoro. Uno statuto che allora si imponeva per una differenza sostanziale rispetto a quei tempi: perché l’assistenza ai più deboli, nel pieno rispetto della loro dignità, doveva porsi non come una caritatevole elemosina, bensì spingendoli ad elevarsi da soli ricercando i propri valori intellettuali ed umani, grazie all’impegno individuale posto negli studi, nell’istruzione e nel lavoro. Si trattava dunque di una missione assolutamente laica, “una vera trasformazione dell’elemosina in una forma di assistenza sociale che non avvilisce, perché il beneficiato ha modo di meritarsela dignitosamente colla propria attività”, come avrebbe scritto il 12 dicembre 1908 il quotidiano “Il Tempo”, presentando una di quelle iniziative che avrebbe avuto larga eco, non solo in città, la Casa di Lavoro per disoccupati. Nonostante dopo l’atto costitutivo fosse rimasta come in stand-by (prima a causa di alcuni problemi giuridici con gli eredi del Loira che impugnarono il testamento, poi per la repressione imposta dal generale Bava Beccaris durante i moti milanesi del 1898), non per questo rimase in letargo, in attesa di tempi migliori. Così, quando il 3 gennaio 1902 si insediò il primo Consiglio Direttivo (formato da Enrico Bertini, Paolo Carcano, Giacomo Colli, Ferdinando Cunico, Luigi Della Torre, Luigi Majno, Placido Marensi, Romeo Mauri, Giovanni Montemartini, Carlo Neswabda, Angelo Omodeo, Umberto Pizzorno, Cesare Saldini, Dario Tomasini, presidente Giovan Battista Alessi), l’Umanitaria aveva già le idee chiare su come mettersi all’opera, per adempiere le finalità del filantropo fondatore, aggiornandole con motivazioni, intenti e impegno adatti al mutamento dei tempi. Se molteplici e diversificati furono i settori di intervento che ne avrebbero guidato l’azione, sempre a fianco dei più deboli, coniugando assistenza e lavoro, impegno sociale ed istruzione, progresso e formazione, emancipazione e cultura, in sintesi si possono raggrupparli in cinque filoni: Ufficio del Lavoro (lotta alla disoccupazione, uffici di collocamento, Casa di Lavoro); Ufficio Agrario (cooperazione, mutualità ed edilizia popolare); Emigrazione (assistenza e preparazione degli emigranti); Istruzione (scuole d’arti e mestieri, biblioteche popolari, orientamento e riqualificazione professionale, emancipazione della donna, Teatro del Popolo); Educazione degli Adulti (dal 1945, con i corsi residenziali organizzati in tutta Italia). Un arco di iniziative e interventi davvero impressionante, che fece meritare ai dirigenti dell’Umanitaria nella prima metà del ‘900 l’appellativo di “pionieri di arditezze sociali”, nel solco di una tradizione ambrosiana che ha saputo ispirare sane e profonde riforme sociali, sempre “dal basso”: dalla Scuola del Libro ai quartieri popolari, dalla Casa degli Emigranti alle Scuole professionali di tirocinio operaio maschili e femminili, dalle Case dei bambini della Montessori agli istituti di complemento e di perfezionamento per ogni arte e industria, dai corsi serali di perfezionamento e riqualificazione all’Università di Arti Decorative alla Villa Reale di Monza, dall’Istituto di credito per le Cooperative popolari ai primi corsi per assistenti sociali, fino all’esperimento della Scuola Media Unica, a metà degli anni ‘50, e alla realizzazione, in coordinamento con la Cassa del Mezzogiorno, dei primi Centri di Servizi Culturali in Sardegna e in Puglia (questi ultimi sono poi confluiti nella Regione Puglia).